La vetrata

Ho sempre avuto pensieri un po’ particolari, riguardo la religione. Come forse qualcuno saprà, mi dichiaro “cattolico”, ma ho più volte creduto che questa definizione – almeno nel mio caso – sia eccessiva, o chissà, limitata: è un termine impegnativo, e ben pochi secondo il mio parere possono dirsi integralmente “cattolici” nel vero senso del termine.
Poi è arrivato Papa Francesco, uno che è piaciuto più ai laici che ai credenti, e allora cosa pensereste voi? “Sono un laico”? No. Io, in maniera molto immodesta, ho pensato di aver capito tutto sin dall’inizio.

Ovviamente non è vero.

Il panorama cattolico – lo dico per i non pratici – è variegato almeno quanto quello dei musulmani – lo dico per quelli ancora meno pratici. Come tra loro, abbiamo i fondamentalisti, i praticanti, quelli all’acqua di rose, quelli che vanno alle funzioni due volte l’anno, quelli che hanno una religione teorica ma in fondo che ne so io.

Dopo la morte di Bergoglio, però, tutti ci chiediamo se possa arrivare un Papa “restauratore”, Dio non voglia, o se una volta varcata la soglia (in realtà le mille soglie) di tutto ciò che ha fatto Francesco, non sia più ammissibile fare il Papa in maniera “tradizionale”.

Del compianto Jorge Mario tutto s’è scritto, in questi giorni, ed è proprio in una specie di crisi di fede che mi sono trovato a chiedere all’intelligenza(?) artificiale se anche i musulmani avessero santi e miracoli. La risposta, ovviamente, è stata “sì”. E allora quale sarebbe il senso di essere cattolici, o sikh, o indù, o qualunque altra cosa? Davvero DIo non c’è e capita tutto per caso? L’IA mi ha fatto un esempio incredibile, quello della vetrata. Dio è la luce che arriva sulla finestra, le religioni sono il “colore”, la vetrata appunto, dalla quale lo vediamo.

Se ci pensate, è incredibile, no? Tutto quadra. Dio c’è, perché mi pare fuori di dubbio pensare ci sia, però ognuno lo vede attraverso la sua lente.
Già, ma cosa ne pensa la Chiesa di questo, mi sono chiesto. Mi sembrava un pensiero rivoluzionario, molto interessante ma anche tanto tanto borderline.

Questo finché tra gli articoli di commiato del Papa non mi capita di leggere due righe sul Clarin, giornale argentino. Parlava di una conferenza sul dialogo interreligioso che si è svolta a Singapore l’anno scorso, presente appunto Papa Francesco. Cito testualmente.

“Tutte le religioni sono vie per arrivare a Dio. Sono come diverse lingue, diversi idiomi per arrivare lì. Ma Dio è Dio per tutti. E come DIo è Dio per tutti, noi siamo tutti figli di Dio. “Ma il mio Dio è più importante del tuo! È vero?”.
C’è un solo DIo, lì (indica il cielo) e ci sono idiomi, cammino, lingue per arrivare a Dio. Qualcuno sikh, qualcuno musulmano, qualcuno indù, qualcuno cristiano… ci sono diversi cammini”. Qui il video.

Papa Francesco sarà ricordato come un Pontefice che ha messo gambe all’aria la chiesa, aprendo le finestre e facendo entrare aria nuova, anche se non tutti i cambiamenti da lui voluti sono stati ancora finalizzati. Di tutte le sue affermazioni, però, a me personalmente piace sottolineare e fare mia questa, perché effettivamente fa “quadrare il cerchio del mondo”. Tanti credo, tante religioni, tante filosofie, un’unica via. Grazie di tutto Ciccio, ad maiora.

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