Io non sono sempre favorevole all’umiltà. Spiego: se uno eccelle nel suo mestiere o comunque in una qualunque attività, è bene che lo dica e non si mortifichi. In questo senso, l’eccessiva umiltà è fuori luogo. Immaginatevi se chiedessero a Djokovic, Nadal o Federer “sai giocare a tennis?” e uno di questi rispondesse “beh, non molto…”. Non vi parrebbe quantomeno fuori luogo?
Quando invece l’umiltà è perfettamente in quadro è nell’aiuto a chi l’umiltà dovrebbe averla, vale a dire i giovani, gli aspiranti. C’è qualcosa di molto nobile, nell’insegnare il mestiere che si sa fare a chi arriva dopo. Ispirare, lasciare un’eredità. In quel senso sì, l’umiltà di passare le informazioni, i trucchi, i segreti, può essere molto utile. Molti, accecati dalla loro superbia, non lo fanno. Qualcuno sì.
Ed è proprio per questo, che nel giorno della sua dipartita io voglio ringraziare la fulminea risposta con la quale Gianni Minà ha provveduto ad esaudire il mio desiderio di avere consigli per un libro che verrà. Forse un giorno ve la farò leggere, se e quando il libro uscirà.
Un’ora e trentasei minuti: tanto ci aveva messo a rispondere, poco meno di un anno fa. Grazie ancora Gianni, e buon viaggio.